LA VIDEOSORVEGLIANZA CHE NON C'È. CRONACA DI UNA PROMESSA TRADITA
A Contigliano la videosorveglianza non è un’idea futuristica né un progetto rimasto sulla carta per mancanza di fondi.
È un sistema approvato, finanziato, contrattualizzato e pagato.
Nel 2016 la Giunta Comunale approvò un progetto di monitoraggio diffuso del territorio, con 18 postazioni di videosorveglianza nei punti strategici del paese.
Nel 2020, quel progetto venne inserito in un contratto ventennale di partenariato pubblico-privato, dal valore di oltre 184 mila euro l’anno, firmato durante l’Amministrazione guidata dal Sindaco Paolo Lancia, con il sostegno dell’attuale Sindaco Angelo Toni e degli assessori che allora sedevano – e in molti casi siedono ancora oggi – nelle poltrone della Giunta Comunale.
Con questo contratto ventennale la Ditta assumeva il compito della progettazione, del finanziamento e della realizzazione della video sorveglianza.
Da allora sono passati anni.
Sono passati governi.
Sono passate maggioranze e minoranze.
Ma le telecamere no.
Nel frattempo, il territorio ha conosciuto furti, tentativi di effrazione, episodi di spaccio, una crescente percezione di insicurezza che, purtroppo, in molti casi coincide con la sicurezza reale.
E quando è avvenuto l’omicidio di Raffaele Marianella, Contigliano ha scoperto nel modo più drammatico cosa significa non avere strumenti di controllo: nessuna possibilità di ricostruire con certezza né i percorsi, né i tempi, né le responsabilità.
Nel luglio 2024, durante l’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Paolo Lancia, venne presentata un’interrogazione scritta sulla mancata realizzazione della videosorveglianza.
A firmarla anche Francesca Garbini e Debora Rossi, allora consigliere di minoranza, che denunciarono un ritardo grave e ingiustificabile rispetto agli impegni assunti dal Comune.
Oggi lo scenario politico è cambiato.
Francesca Garbini e Debora Rossi sono assessore della maggioranza.
Così come altri protagonisti di quella stagione amministrativa siedono ancora oggi nei luoghi decisionali.
Ed è qui che la questione smette di essere tecnica e diventa politica, nel senso più pieno del termine.
Perché una domanda non può più essere elusa: cosa stanno facendo oggi coloro che ieri hanno approvato il progetto o denunciato la sua mancata attuazione? Si sta pretendendo l’esecuzione del contratto? Si sta imponendo il tema all’interno della maggioranza? Oppure si sta semplicemente accettando ciò che ieri si contestava con fermezza? Si attende forse un’illuminazione improvvisa?
Non sulla strada di Damasco, ma nemmeno su quella – ben più corta – di Contigliano. Nel frattempo, però, Pantalone paga.
Paga un contratto ventennale.
Paga un servizio incompleto.
Paga l’assenza delle telecamere.
Paga l’insicurezza.
La sicurezza pubblica non può essere ridotta a slogan, rinvii o silenzi tattici. Un contratto va rispettato.
Un progetto approvato va realizzato. Chi governa ha il dovere di decidere, non di rimuovere i problemi.
Questo documento non chiede miracoli. Chiede coerenza, responsabilità e atti concreti.
Perché la videosorveglianza a Contigliano non è mai mancata per caso. È mancata per scelte precise.
E oggi è tempo che chi ha il potere di scegliere si assuma fino in fondo le proprie responsabilità, davanti ai cittadini e davanti alla storia amministrativa di questo Comune.
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